Per favorire investimenti più mirati da parte delle imprese per ottimizzarne la gestione, il decreto Aiuti rimodula gli incentivi su software e formazione 4.0, potenziando il credito d’imposta sugli investimenti.
Con un tetto massimo annuale di costi ammissibili pari a 1 milione di euro, il credito d’imposta sui beni immateriali 4.0 funziona così:
- 50% delle spese per i software acquistati dal primo gennaio al 31 dicembre 2022, oppure al 30 giugno 2023 a condizione che a fine dicembre 2022 sia stato accettato l’ordine con pagamento pari almeno al 20%.
- 20% delle spese sostenute per gli investimenti effettuati nel 2023, oppure fino al 30 giugno 2024 con ordine e pagamento pari almeno al 20% entro dicembre 2023.
Come stimolo alla certificazione dei formatori e delle competenze, la formazione 4.0 è uno dei temi forti della transizione. Le nuove regole sono contenute negli articoli 21 e 22 del decreto Aiuti, dl 50/2021, dove si evince che l’agevolazione sulla formazione 4.0 può arrivare fino al 70% per le piccole imprese e al 50% per le medie imprese.
Spese ammesse (comma 48 legge 205/2017):
- big data e analisi dei dati;
- cloud e fog computing;
- cyber security;
- simulazione e sistemi cyber-fisici;
- prototipazione rapida;
- sistemi di visualizzazione, realtà virtuale (rv) e realtà aumentata (ra);
- robotica avanzata e collaborativa;
- interfaccia uomo macchina;
- manifattura additiva (o stampa tridimensionale);
- internet delle cose e delle macchine;
- integrazione digitale dei processi aziendali.